img_coniglio

PERCHÈ IL CONIGLIO SULLA LUNA?

La gente si muove e si spostano anche le leggende: dall’India alla Cina e poi al Giappone il mito del coniglio lunare s’insegue e si ritrova anche nell’altra parte del globo, tra i Maja e gli Aztechi; fa capolino nella discesa del primo uomo sulla luna, e ispira videogiochi.

La versione più antica della leggenda narra di un anziano viandante, sfinito dalla fame che incontra quattro animali: la scimmia, agile, si arrampica sugli alberi e coglie frutta per lui; la lontra, nuotando, pesca del pesce e glielo offre; lo sciacallo, vedendo una casa incustodita, ruba del pane per darlo al vecchio; il coniglio non riesce a trovare di meglio che dell’erba, ma accortosi che non poteva soddisfare la fame del viandante, raccolse della legna, accese il fuoco e stava per gettarvisi ad arrostire: ”Così avrai un boccone di carne per sfamarti”. Il vecchio lasciò le sembianze del mendicante per rivestire quelle della Luna, che per ringraziare il coniglio della sua generosità, lo prese tra le braccia e lo portò con sé in cielo.

Nelle notti serene di plenilunio, il coniglio dorme sul petto della luna.

Da questo mito nacque la tradizione cinese delle feste della Luna, a metà autunno, dove familiari e amici si riunivano per contemplare il disco lunare, gustare frutta e dolci; le forme rotonde della luna, dei frutti e dei dolci simboleggiano il ritrovarsi, il riunirsi e l’unità familiare. Gli orientali da sempre vedono nelle macchie lunari tracce del coniglio, che si riposa o intento a ricavare pillole d’immortalità da un pestello. Anche gli antichi Maja rappresentavano la Luna con un coniglio e gli Aztechi invocavano l’abbondanza dei raccolti ai piccoli dei lunari chiamati quattrocento conigli.

Quando l’uomo stava per arrivare sulla luna, la leggenda del coniglio venne scherzosamente ricordata all’equipaggio dell’Apollo 11, e questi rispose di tenere bene gli occhi aperti per non farsi sfuggire la coniglietta. Anche il mondo tecnologico dei videogiochi utilizza conigli intenti a scappare da una terra ingombra di consumi e di rifiuti per rifugiarsi o tornare all’amata luna. Noi abbiamo adottato questa favola nata non solo per interpretare le macchie lunari, ma per rappresentare virtù antiche, per riempire gli occhi di fantasia, simboleggiare la sacra ospitalità, ma anche il movimento del progresso e l’esigenza ecologica.

Quando le prossime notti di luna piena, i vostri occhi cercheranno la sagoma del coniglio, ricorderete che più vicino c’è un posto per riposare, con un po’ di storia, una manciata di leggenda, una scorta di tradizione, qualche grammo di invenzione, un pizzico di magia, una briciola di follia, e tanta ospitalità.